di Umberto Tarsitano
Il vescovo mons. Stefano Rega ha presieduto presso il Santuario Regionale Basilica Minore Maria SS.ma Incoronata del Pettoruto la celebrazione eucaristica per la Festa della Cinta che ha luogo la prima domenica di maggio ed è una delle celebrazioni più attese e sentite della comunità di San Sosti, il paese in cui sorge il Santuario. Una ragazza della comunità porta sul capo “La Cinta” che è una cesta addobbata con fiori contenente una cordicella di cera che il Vescovo benedice e che successivamente viene distribuita ai fedeli al termine della celebrazione. Quest’anno a rappresentare la comunità è toccato alla fanciulla Martina Travagliati.
Nella sua omelia, il vescovo ha evidenziato l’importanza di questa celebrazione che la comunità di San Sosti ha tramandato da secoli, come un solco di spiritualità mariana che ha il gusto della memoria e lo slancio della profezia. Questo evento ha il potere di unire la comunità e di portare tutti i fedeli a sentire la presenza di Maria come madre e guida nel cammino di fede.
Il vescovo ha salutato il rettore del santuario, il parroco di Santa Caterina Vergine e Martire in San Sosti, i sacerdoti e le suore che svolgono il servizio con premura nel santuario. Inoltre, ha rivolto il suo saluto ai pellegrini che sono giunti così numerosi, al sindaco di San Sosti e alle autorità civili e militari.
Il Presule ha sottolineato il prodigio della Pentecoste, che si rinnova in questo mese dedicato alla Vergine Maria e nel quale i fedeli accoglieranno il dono dello Spirito Santo. La Vergine Maria, qui venerata sotto il titolo di Madonna del Pettoruto, prega con e per noi, permettendoci di sentirci sempre accompagnati nella nostra vita spirituale.
Il vescovo ha messo in evidenza come l’esempio di umiltà e obbedienza di Maria, ci insegna a farersi piccoli e a mettersi in obbedienza a Dio, perché possa compiere in noi i prodigi che ha già realizzato in lei.
Come Maria, ognuno di noi dovrebbe eliminare ogni forma di autoreferenzialità umana e accogliere il misterioso progetto divino che si scrive giorno dopo giorno nei nostri cuori. Maria deve essere per ciascuno di noi una maestra e una compagna di vita.
Ha detto mons. Rega nella sua omelia: «siamo accorsi così numerosi, spinti dal desiderio di far festa e di celebrare, come alle nozze di Cana, il dono del vino nuovo che si traduce nel desiderio di rinnovare i nostri cuori per imparare a “fare quello che Gesù ci dirà!”. La Vergine Maria nella sua discreta ed esemplare umiltà, ci insegna a farci piccoli, suggerisce di metterci in obbedienza a Dio perché possa compiere in noi i prodigi che vediamo già realizzati in Lei: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente»
Il Vescovo ha fatto riferimento alla lettura degli Atti degli Apostoli, in cui si ricorda l’istituzione dei sette diaconi. In questo brano emerge il desiderio dell’uomo di incontrare Dio e la norma della vita di ogni credente, che è la carità. La carità è il cuore del Vangelo predicato e testimoniato da Gesù, e insieme a lui, possiamo cogliere e valorizzare lo stile di Maria.
Il vescovo ha fatto notare che dall’inizio della sua missione, ogni atteggiamento di Maria è stato plasmato dalla carità, come segno della sua maternità divina.
La celebrazione della Festa della Cinta al Santuario del Pettoruto in San Sosti è un momento di profonda spiritualità e di devozione mariana, che ci aiuta a rinnovare la fede in Cristo e la nostra devozione alla Vergine Maria. In questo luogo santo, possiamo sentire la presenza di Dio.
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